venerdì 7 giugno 2013

Ricetta Parmigiana di bucce di fave

Il nostro orto sta iniziando a dare i primi frutti. Il mese di maggio è stato molto piovoso e solo da una settimana circa le piante possono godere di un bel sole caldo. Finalmente!

Così ieri abbiamo raccolto le prime fave (qui a fianco una foto di quando le piantine erano ancora piccole), che avevamo seminato lo scorso novembre. Ci siamo cucinati subito un bel minestrone e con le bucce... l'indomani abbiamo fatto una fantastica parmigiana! Ma come? Non era del maiale che non si butta via niente?! A parte gli scherzi, mi piace molto l'idea di utilizzare un apparente "scarto" alimentare per cucinare dei piatti alternativi. Ci era già capitato di riutilizzare la buccia della zucca (liscia) per un risotto molto buono, ma questa volta, senza l'input di Teresa - zia di Manuela - non ci saremmo mai arrivati a riutilizzare le bucce delle fave.

Ecco come realizzare la Parmigiana di bucce di fave di Teresa che, vivendo in Emilia Romagna, è piuttosto ferrata sul tema! Dopo aver lavato le bucce, si toglie il filo duro presente nelle giunture. Si fanno bollire in acqua salata per una decina di minuti e poi si scolano (forse togliere i filamenti duri risulta più comodo a questo punto). In una teglia da forno si creano degli strati: salsa di pomodoro (condita con olio, sale, aglio tritato, peperoncino, basilico o origano...), bucce di fava, salsa di pomodoro, crescenza o mozzarella, parmigiano. E così via fino a fare tre/quattro strati. Completate con un filo d'olio d'oliva ed infornate a 180° per 30/40 minuti (dipende dal forno e dallo spessore).

NOTA BENE: nelle bucce di tutta la frutta e la verdura sono presenti un concentrato di proprietà (vitamine e minerali) ma anche di sostanze dannose, come i residui chimici dei trattamenti in agricoltura. Noi abbiamo utilizzato le bucce delle fave che abbiamo nell'orto, che sono trattate solo con macerati di piante e quindi non presentano alcun pericolo. Bisogna fare attenzione anche quando si acquista la verdura "biologica" perchè, anche in questo caso, possono essere presenti nella buccia sostanze nocive per la salute (pur in misura minore rispetto all'agricoltura convenzionale).

Viva la fava & viva l'amore!

Leggi il post 'Il nostro orto, un regno di biodiversità'

lunedì 20 maggio 2013

Riflessioni consapevoli sulla necessità di un cambiamento

http://digiphotostatic.libero.it/gienne65/med/14c3aec1a8_3195232_med.jpgBasta, ora vado. E' finita, come potrebbe essere altrimenti? Devo comunicare, finalmente, la mia decisione. So che è la più giusta - ne sono più che mai consapevole - ma talvolta basta un niente per far affiorare le vecchie paure. Devo uscire di qui, e al più presto: questo lavoro non mi appartiene, non mi realizza nè soddisfa. Non ha senso. Mi sono stufato di fare lo stesso percorso in macchina tutti i giorni, di timbrare con tutta fretta per non perdere la mezz'ora, di mangiare in questa mensa che offre cibo che chissà da dove viene, ma soprattutto di svolgere attività di cui non m'importa nulla. Non è adatto a me e al ruolo che voglio svolgere in questo mondo. Brividi di freddo scorrono in me nell'immaginarmi nei panni dei miei colleghi, tra 15-20 anni...

Ho deciso, basta. Non mi interessano le “prospettive di carriera”, gli “sviluppi professionali” che mi assicura il mio capo. Sviluppi per chi? Prospettive per cosa? Per me o per lui? O per l'azienda? Per me no di certo, dato che lavorare in questo ufficio (o meglio, acquario) limita ogni forma di creatività e di curiosità. Penso che CI vogliano plasmare così, così ci lamentiamo ma non cambiamo nulla. Ma penso che, tutto sommato, la mia creatività sia tutt'altro che limitata, perchè ogni giorno cerco di aprire porte per il mio cambiamento, per voltare finalmete pagina.  

Negli ultimi anni ho capito che i miei bisogni, le mie necessità, sono piuttosto ridotte. Perchè, quindi, lavorare per crearne delle altre? Sento di volere una vita semplice, in un posto semplice, lavorando quel tanto che basta per vivere un'esistenza dignitosa, producendo ciò che è necessario a soddisfare i bisogni quotidiani. Sono un neohippie? Non lo so, le etichette non mi sono mai piaciute. Leggo il libro di Fukuoka che ho tra le mani: "... più l'essere umano ingrandisce la mole delle sue attività e del suo lavoro, più il suo spirito e il suo corpo si disperdono e si allontanano dal svolgere un'esistenza moralmente soddisfacente". O anche “Vivere non è altro la conseguenza dell'essere nati... Il mondo che c'è è tale che se la gente mettesse da parte la propria volontà umana e invece si lasciasse guidare dalla natura non ci sarebbe nessuna ragione per aver paura di morire di fame”.

Spesso rifletto su cosa rappresenti il concetto di "lavoro": sono convinto che esso debba mutare al più presto, perchè così com’è il sistema non regge. Non è possibile che ci sia gente che lavora come matta, più delle "otto ore al giorno", scontenta, pensando forse che in questo modo le sia garantita la sopravvivenza, senza coltivare un hobby o una passione e, contemporaneamente, ci sia una fetta di persone che perde il lavoro, che non riesce a trovarne uno nuovo, convinta che il solo fatto di lavorare garantisca loro la dignità. Dove sta la verità?

Ho deciso, basta, è ora di comunicare la mia decisione. Darò le mie dimissioni in grande anticipo, correttamente, per rispetto verso coloro che, nonostante tutto, hanno permesso di pagarmi l'affitto del tetto sotto cui scrivo queste mie riflessioni. M'immagino già i commenti di molti, i consensi di pochi. A settembre faccio le valigie, non so ancora per dove, lo scoprirò quando sarà tempo. Ho voglia di vivere, conoscere, provare, sbagliare, rialzarmi e riprovare. Fare. Mi rimetto in cammino, in libertà, senza perdere ulteriore tempo. Seguirò la strada che mi condurrà al ritorno nella natura.

mercoledì 15 maggio 2013

Il nostro orto, un regno di biodiversità

Lo scorso è stato un weekend molto intenso dal punto di vista agricolo: ho dato infatti una grossa mano alla mia ragazza a trapiantare decine e decine di piantine (quante saranno state alla fine?! più o meno un centinaio!) nel suo orto. E' stato faticoso ma credo che ne valga la pena.

Il nostro orto visto dall'alto
La maggior parte delle piantine derivano da semi più o meno antichi, autoriprodotti da Manuela dall'annata precedente o scambiati con amici e conoscenti. E' importante sottolineare che al momento la biodiversità è a rischio a causa del progressivo ridursi della diffusione di sementi al di fuori delle tipologie selezionate e la contemporanea concentrazione dei brevetti (!) nelle mani delle aziende agro-alimentari (il nome Monsanto vi dice qualcosa?). E' bene ricordare che la selezione di semi dipende profondamente dalle esigenze di mercato: per fare un esempio, si prediligono i pomodori con la buccia dura perchè più resistenti allo stoccaggio e al trasporto in cassette, a discapito di pomodori dalla buccia più sottile (più buoni) che si romperebbero e schiaccerebbero.

Il design dell'orto su carta


Nel nostro piccolo noi non ci siamo limitati a difendere la biodiversità, ma abbiamo cercato di esaltarla al massimo! Vi faccio un elenco di ciò che è presente nell'orto: fave, piselli, carote, fagiolini, cipolle, aglio, pomodori (di vario tipo: Re Umberto, Sorrento, da chilo della Garfagnana), meloni (goccia di miele e "classico"), ravanelli, zucchine, zucche (grigia, rossa e a buccia liscia), mais, sedano (verde e rosa), finocchi (reduci dalla stagione invernale e che hanno rimesso dopo averli tagliati alla base per mangiarli), prezzemolo.... Alcune varietà, come melissa, menta, calendula e camomilla sono cresciute spontanee: a parte la melissa, sono state piantate dal nonno di Manuela anni fa e continuano a riprodursi spontanemente.


Vi mostro alcune foto dell'"orto di sotto" e il design dello stesso su carta. Il concetto è che le diverse piante sono state localizzate secondo le consociazioni. In poche parole, alcune piante traggono beneficio o svantaggio dalla vicinanza delle altre: per esempio, la melissa migliora lo sviluppo e il sapore dei pomodori, mentre il tagete pare sia molto utile per la lotta agli insetti. Potete immaginare quanto questo lavoro di progettazione sia stato intenso: il progetto va pianificato nel periodo invernale, quando cioè i lavori sul campo sono ridotti, per poi attuare gli accorgimenti del caso man mano che si passa all'azione.

Chicken tractor
Il terreno non è stato trattato con alcun diserbo nè pesticidi (per noi tutto ciò è abbastanza scontato, ma è meglio sottolineare questo punto per ricordare quanti danni al terreno e alla biodiversità causano i prodotti chimici). Inoltre, il terreno non è stato nè arato nè concimato. Abbiamo constatato il grande numero di lombrichi (complice anche la quantità di pioggia caduta nell'ultimo periodo), il che fa ben sperare circa la fertilità e la concimazione del suolo. In alcuni tratti abbiamo fatto lavorare le galline, che con le loro zampe e la loro pollina hanno "mosso il terreno" e hanno contribuito alla concimazione. Vi mostro una foto del chicken tractor che ci ha costruito Nicolò, un nostro amico falegname.

E voi cosa avete messo nel vostro orto?

giovedì 9 maggio 2013

La mia aiuola rialzata Hugelkultur

Un paio di settimane fa vi ho parlato, per la prima volta, del sistema Hugelkultur: si tratta, in poche parole, di un cumulo o aiuola rialzata, realizzata attraverso una pila di legname (preferibilmente già in fase di decomposizione, e quindi "marcio") sul quale viene posta della terra. Il meccanismo, molto semplice nella sua realizzazione, consente di rendere utilizzabile (e coltivabile) un pezzo di terra in cui, per varie ragioni, non è mai stato possibile farlo.

Nel mio caso, infatti, ho voluto rendere coltivabile una fetta di terra in cui la superficie è composta da tufo: in condizioni simili, non era possibile farci nulla, a parte seminarci della sterile (e francamente inutile per noi che abbiamo sempre fame!!) erba. Dopo aver letto di questo sistema, ho pensato che proprio in quella zona avrei potuto sperimentare l'Hugelkultur: per prima cosa, ho recuperato della legna (principalmente castagno e pioppo, ma anche un pero!) già in fase di decomposizione o quasi. Ho cercato di privilegiare i pezzi di maggiori dimensioni, ma purtroppo sono riuscito a recuperarne solo alcuni. Dopo aver disposto il legname con certo criterio (affinchè avesse le sembianze di un letto) fino a raggiungere l'altezza di un metro circa, vi ho disposto della terra sopra.

Dopo aver atteso alcuni giorni (in cui ci ha piovuto sopra), ho pensato che fosse una buona idea mettervi sopra della paglia con la pollina delle galline. Questa operazione dovrebbe rendere l'aiuola rialzata ancora più fertile. Infine, dopo aver svolto un lavoro di pulizia di un angolo all'esterno di casa di mia nonna, mi sono reso conto di avere tra le mani una quantità di terra ricca di fogliame marcio e materia organica. Pefetta per il mio cumulo. L'ho raccolta in un saccone, l'ho caricata in macchina e l'ho posta sopra il cumulo. Questo è amore! A parte gli scherzi, spero di aver contribuito ulteriormente alla "trasformazione" dell'aiuola in terreno fertile. Guardate qui il risultato finale, dopo un paio di settimane.

Tutto ciò è stato fatto in un'ottica di lungo periodo: dovrò aspettare almeno un anno affinchè il cumulo di terra sia pronto per ricevere i semi e le piante che vorrò. Nel frattempo monitorerò la sua evoluzione... eventualmente arricchendolo con il passare del tempo. Mi è piaciuto così tanto, che ne ho fatto un secondo!

E voi, avete pensato a dove realizzare la vostra aiuola Hugelkulur?

Leggi anche: Hugelkultur, un bell'esempio pratico di permacultura

martedì 30 aprile 2013

5/5/2013 - Giornata Internazionale della Permacultura: eventi in Italia

Buongiorno a voi, che bella sorpresa scoprire che domenica 5 maggio si terrà la Giornata Internazionale della Permacultura! Si tratta di una giornata in cui si terranno in tutto il mondo una serie di eventi legati alla permacultura e affini.

Per chi non conoscesse questo termine, per permacultura si intende un sistema, un metodo, una disciplina per la creazione di ambienti umani sostenibili. Per una definizione più completa, rimando a Wikipedia.

Il portale ufficiale dell'evento è a questo link (in inglese). La Pagina Facebook della Giornata Internazionale della Permacultura (in italiano) a questo :).

In Italia per ora sono in programma solo tre eventi:

Il primo, in realtà, è un corso - inizio oggi 30 aprile per terminare il 5 maggio - di progettazione e ed autocostruzione di una rocket mass heater, ovvero un tipo di stufa ad altissima efficienza in termini di consumo di legna.  Si tiene a a Bagnoregio (VT).

Il secondo è organizzato da Mani nella Terra in collaborazione con AIAB: si parlerà di permacultura e verrà condiviso un pranzo all'aperto. Tutte le info sull'evento, che si terrà a Roma, a questo indirizzo.

Il terzo è, a mio parere, il più interessante: organizzato da Pietro Zucchetti, fondatore dell'Istituto Italiano di Permacultura, si tiene a a Scagnello, in provincia di Cuneo. Copio/incollo il programma della giornata direttamente dal sito dell'Istituto (a cui vi rimando per maggiori informazioni):

Programma
ore 10.00 Che cos'e' la permacultura (con Pietro)
ore 11.00 Presentazione del progetto di permacultura di Castel Maggiore (BO) (con Veronica Visani)
ore 12.00 Presentazione di un design di permacultura "L'orto viaggiante" di Massimiliano Bartoli
ore 13.00 Pausa Pranzo (ci sara' l'opportunita' di acquistare succhi di mela biologici, pane, pizza, biscotti ecc. grazie alla presenza dei produttori locali Primo Pan,panetteria Jolly e Ghiglia Paolo)
ore 14.00 Visita guidata del sito dimostrativo dell'I.I.P. l'az.agr. L'Albero Arcobaleno (con Pietro)
ore 15.00 Sessione sulle erbe medicinali (con Leda Inzerillo)
ore 16.00 Presentazione di come si costruisce una rocket stove (con Andrea Maiemi)
ore 17.00 Concerto dei Litio ed altri cantautori locali

L'ingresso è gratuito. Io penso che parteciperò: penso sia una bella occasione per conoscere i progetti in corso, per approfondire il tema della permacultura e le sue innumerevoli applicazioni e per conoscere le persone vicine a questo mondo. E voi dove andate?

lunedì 29 aprile 2013

I neonicotinoidi vietati in Europa!

Grande notizia! Come affermato da The Guardian, la Commissione Europea ha appena votato il divieto all'utilizzo di tre neonicotinoidi in Europa. In realtà non si tratta di vero e proprio divieto, ma di sospensione: l'utilizzo dei tre pesticidi è, infatti, sospeso per due anni sulle coltivazioni di grano, olio di semi di colza e di girasole.

Grande vittoria, quindi, degli attivisti che tanto si sono spesi in favore del divieto, diventato fondamentale per la salvaguardia delle api, dopo le prove scientifiche del nesso tra moria di api ed utilizzo di questi orrendi pesticidi. Ricordo che a favore del divieto Avaaz aveva lanciato una campagna fortissima, sostenuta da ben 2, 6 milioni di persone!

Grande sconfitta, invece, per le aziende chimiche (Syngenta e Bayer su tutte) che ogni anno fatturano miliardi di euro nella vendita di questi pesticidi. Nelle ultime settimane queste aziende hanno fomentato il panico, soprattutto in Regno Unito - come sostenuto da The Guardian - asserendo che il divieto porterebbe ad un danno ai produttori di grano e ai consumatori. Consumatori che, invece, sono tranquilli: come ben sappiamo, le api sono fondamentali perchè dall'impollinazione floreale nasce circa l'80% del cibo che finisce sulle nostre tavole.

The Guardian afferma che, nonostante non sia stata raggiunta la maggoranza richiesta nella votazione dei 27 Stati membri dell'Unione, la decisione finale è stata presa dalla Commissione Europea, che ne darà notizia ufficiale nel giro di poche settiamane.

Per i più scaramantici non resta che toccare ferro (anzi legno, come dicono al di là della Manica), per i più realisti non resta che attendere la conferma ufficiale.

Leggi anche:
Salviamo le api dai pesticidi killer: rapporto di Greenpeace
Api, corsi e ricorsi
Corsi di apicoltura 2013

Aboliamo gli elenchi del telefono - Petizione Lifegate Planet e Greenpeace

Ora ditemi se questa non vi sembra una petizione più che giusta. Vi sembra possibile che ogni anno in Italia vengano distribuiti 50 milioni di elenchi telefonici * ? A me sembra una pazzia! Sono sconvolto! Ma se siamo 60 milioni! Vengono dati anche ai lattanti?!

http://www.zeusnews.it/img/3/2/7/6/1/0/016723-470-PagineBianche.jpgA parte gli scherzi (il numero si riferisce evendentemente a "Pagine Bianche" + "Pagine Gialle") tutto ciò mi sembra proprio uno spreco inutile! Facendo un breve ragionamento, non solo Internet rende questi libroni anacronistici perchè consultabili on line, ma mi risulta che oltretutto sia in atto una progressiva riduzione di utenze di linea telefonica fissa (soprattutto tra i più giovani), rendendo gli elenchi ancor più inutili ed abbandonati a se stessi.

Per cui si dovrebbe cogliere l'opportunità per eliminare questo strumento del Novecento, che con le tonnellate di carta richieste si rende complice della deforestazione globale, causa del 20% delle emissioni di gas serra dell’intero pianeta.

Se anche voi pensate che sia giusto abolire gli elenchi del telefono, cliccate qui e firmate la petizione congiunta di LifeGate Planet e Greenpeace.

*Per realizzare questi volumi vengono utilizzate 45.000 tonnellate di carta e si immettono in atmosfera 55.000 tonnellate di CO2. A ciò vanno aggiunte le emissioni connesse al trasporto, alla distribuzione, alla consegna e allo smaltimento, per un totale di 60.000 tonnellate di CO2 ogni anno.

Fonti:
Terra Nuova - Maggio 2013
Lifegate.it

venerdì 19 aprile 2013

Hugelkultur, un bell'esempio pratico di permacultura

L'Hugelkultur è una tecnica di coltivazione di origine tedesca ed è una delle innumerevoli applicazioni pratiche di permacultura. Si tratta, in poche parole, di aiuole rialzate riempite di materia organica e,  principalmente, di legna. Il legno fornisce al terreno gli elementi nutritivi in grado di renderlo estremamente ricco e fertile: inoltre, le "bolle d'aria" create dalla legna fanno sì che l'acqua sia trattenuta dal terreno, permettendo alle piante coltivate al di sopra di espandere le proprie radici e crescere meravigliosamente, grazie alla materia organica che si svilupperà nel sottosuolo.
raised garden beds hugelkultur logs and soil after one month
L'aiuola rialzata Hugelkultur dopo 1 mese

Se realizzata correttamente questa tecnica elimina, contemporaneamente, la necessità di arare o anche solo di zappare, e di irrigare. Oltretutto, ripopola il terreno di materia organica.
Non tutti i tipi di legno possono essere utilizzati: i migliori sono l'ontano, il melo, il pioppo e la betulla. Da evitare, se possibile,gli alberi che solitamente sono bombardati di pesticidi, anti-fungini, ecc. o quelli che si decompongono con difficoltà. E quindi evitate le conifere, il noce, il ciliegio, l'acacia, il cipresso, la sequoia, il salice.


hugelkultur
L'aiuola rialzata Hugelkultur dopo 1anno
Se possibile, meglio utilizzare legna già in stato di decomposizione, e quindi già ricca di batteri e funghi: in questo modo si evita che l'azoto presente nel terreno (che si legherà col carbonio presente nel legno) non venga assorbito dal legno stesso in funzione della sua decomposizione. In poche parole, utilizzando del legno già marcio, l'azoto sarà destinato alle piante poste al di sopra dell'aiuola rialzata.

Se riusciamo a costruire la nostra aiula rialzata Hugelkultur sufficientemente alta, non è necessario irrigare. Ma l'aiula deve essere alta quasi 2 metri (consideriamo che, nel corso del tempo, l'aiuola tenderà ad abbassarsi naturalmente di parecchie decine di centimetri). Probabilmente per alcuni non sarà facile acquisire la quantità di legna sufficiente per farla così alta: non preoccupatevi, potete realizzare un'aiuola più piccola (alta ca. mezzo metro) e reintegrarla col tempo. Per quanto riguarda la larghezza, misuriamo un metro e mezzo circa: questa misura va ridotta nel caso l'aiuola sia alta meno di un metro.
raised garden beds after two years
L'aiuola rialzata Hugelkultur dopo 2 anni
In sintesi, l'Hugelkultur è l'ideale per:
  • coltivare un pezzo di terra, senza necessità d'irrigazione e senza utilizzo di fertilizzanti, con il beneficio di arricchirlo dal punto di vista organico;
  • coltivare in ogni tipo di zona climatica (sono state documentate esperienze positive anche nel deserto);
  • riciclare pezzi di legno e radici di alberi;
  • ridurre il riscaldamento globale;
  • produrre un buon raccolto, oltreche sano;
  • l'aiuola può essere bassa al principio e poi essere rialzato in seguito;
  • sviluppandosi su un letto rialzato, ci evita di piegare continuamente la schiena, come avviene comunemente negli orti tradizionali.
Per maggiori informazioni e per ammirare alcune foto di esempi di Hugelkutur, vi suggerisco di visitare questo sito, dal quale ho reperito e adattato le informazioni presenti in questo post.

Volete vedere come ho realizzato la mia aiuola rialzata Hugelkultur?

martedì 16 aprile 2013

Come rendere il giardino di casa un paradiso - video

Volete rendere il vostro giardino uno spazio rigoglioso e ricco di piante? Vi suggerisco, allora, di dare un'occhiata a questo video (purtroppo solo in inglese): questo signore statunitense, Alex Ojeda, ci spiega come ha convertito il proprio giardino antistante in un'oasi di biodiversità, utilizzando i principi di permacultura, hugelkultur, Masanobu Fukuoka e Bill Mollisson.

Generalmente i giardini intorno alle case sono o poco curati (e ridotti ad un prato tutt'altro che inglese), o affidato alle cure di un giardiniere: in entrambi i casi si tratta di monocoltura, che prevede il frequente utilizzo di sementi (e pesticidi), da rinnovare ogni anno. Tutto ciò rende il giardino un qualcosa di impersonale, senza il minimo coinvolgimento emotivo dei padroni di casa e, per giunta, dalla dubbia efficacia estetica.
  
In questo video, Alex Ojeda ci guida nella sua Zona 1. Guardatelo anche se non siete dei mostri d'inglese: potrete rendervi conto di come, in poco tempo e con poca fatica, il vostro spazio intorno a casa possa trasformarsi in un'oasi di biodiversità. Alex sottolinea, in particolare, l'importanza di nutrire il suolo e d'incrementarne la quantità e la qualità dei microorganismi presenti. Un altro passaggio interessante è quando ci spiega come sia riuscito a fare in modo che l'acqua piovana non scoli via e che penetri lentamente il suolo, evitando d'innaffiare continuamente il giardino (anche tramite la pacciamatura)

Dopo aver visto il video, tocca a voi: sporcatevi le mani, chiamate a raccolta i vostri amici (lasciate perdere il giardiniere) e rendete il vostro giardino una meraviglia. I vostri vicini saranno costretti a copiarvi ed è ciò che tutti noi vogliamo!!



venerdì 12 aprile 2013

Salviamo le api dai pesticidi killer: rapporto di Greenpeace

http://listacivicacinquestelle.files.wordpress.com/2011/01/ape.jpgBuongiorno a voi, vi condivido il rapporto con il quale Greenpeace ribadisce l'importanza di eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che minacciano la salute delle api
Il lavoro delle api ha carattere sia economico che ecologico, in quanto riveste un ruolo fondamentale per la produzione di cibo e per l'ecosistema stesso. Per questi motivi è fondamentale  salvaguardare la loro attività di impollinazione.

Gli apicoltori, che ogni giorno contano i danni causati dai parassiti, dai cambiamenti climatici e dalle malattie (varroa su tutte), rischiano di subire una costante moria di api causata da dei pesticidi killer, chiamati nenocortinoidi (Greenpeace ne ha individuati sette). Già comprovati gli effetti: intossicazione acuta che porta alla morte immediata delle api, interferenze con la capacità di approvvigionamento del cibo, problemi di orientamento, ... 

In Italia, dal 2008 sono stati sospesi tre nenocortinoidi (alla luce della moria di api del 2007), ma solo per il trattamento delle sementi: Greenpeace ricorda, infatti, che essi vengono comunque dispersi nell'ambiente attraverso molteplici impieghi, quali trattamenti fogliari e geodisinfestazione. 

Il messaggio della portavoce di Greenpeace non può che essere più chiaro: "la drastica riduzione delle api è solo un sintomo di un sistema agricolo che ha fallito, basato sull'uso intensivo di prodotti chimici per servire gli interessi di potenti multinazionali come Bayer e Syngenta. Incrementare subito metodi agricoli sostenibili è l'unica soluzione a lungo termine per salvare le api e l'agricoltura in Europa”.

Fonte: Salviamo le api

AGGIORNAMENTO del 12/04/2013: La catena di supermercati Waitrose ha chiesto ai suoi fornitori di frutta, verdura e fiori di sottrarsi dall'utilizzo dei tre nenocortinoidi associati alla moria delle api (Fonte: The Guardian)

venerdì 5 aprile 2013

Reddito di base, un nuovo diritto umano - video

http://www.bin-italia.org/pdf/cropped-logo-eci-ubi-eifbi.jpgSe seguite questo Blog, già sapete che il sottoscritto ha da tempo sposato la causa per un reddito di base che sia universale, individuale ed incondizionato, volto a garantire un'esistenza dignitosa e senza discriminazioni per nessuno. Vi posto il link ad un video che spiega, in modo semplice, le ragioni della campagna per sostenere il reddito di base incondizionato. Questa campagna è già iniziata in molti paesi europei (tra cui il nostro, per maggiori informazioni visitate BIN Italia) e mira a raccogliere un milione di firme: in questo modo la Commissione europea non avrebbe più scuse per non avviare degli studi di fattibilità per introdurre il reddito di base incondizionato all'interno dell'Unione Europea.

Sono sempre più convinto che sia necessario ripensare al concetto stesso di lavoro. Sembra quasi che chi non percepisce stipendio, non sia considerato un lavoratore. Ciò innesca un meccanismo pericoloso, attraverso il quale si viene pian piano tagliati fuori. Conosco diverse persone che coltivano il proprio cibo perchè è sano e perchè gli piace stare a contatto con la Natura. Purtroppo, non avendo entrate e nonostante conducano una "vita frugale", fanno molta fatica a stare dentro alle spese. Per cui sono spesso costretti a ricercare lavori saltuari per svolgere compiti che sono contrari alle proprie attitudini (per non dire etica). Lavori che, generalmente, sono pagati male. Ma non è forse rispettabile lavorare nei campi? Non pensate anche voi che tutti, a prescindere dalle proprie scelte di vita, abbiano diritto ad un reddito di base, non solo per permettersi qualche sfizio in più ma soprattutto per poter continuare a coltivare le proprie passioni? Mi viene in mente il volontario, colui che dedica parte del suo tempo per aiutare i più deboli: non avrebbe diritto ad un reddito minimo di base? Non è forse lavoro quello? E chi fa il genitore? Non vale anche per lui la stessa cosa?

Il reddito di base ci permetterebbe di esercitare pienamente la nostra cittadinanza, non lasciamoci sfuggire questa possibilità. E diffidiamo delle persone che ci fanno credere che solo coloro che stanno in ufficio davanti al computer o lavorano in fabbrica 8 o più ore al giorno, possono contare su una dignità che, invece, tutti, senza discriminazioni, abbiamo ugualmente il diritto di avere.

Clicca qui per vedere il video in italiano 

Se credete nello strumento del reddito di base, firmate la petizione a questo link

mercoledì 3 aprile 2013

Il primo libro di antropologia - di Marco Aime

Torno a scrivere sul Blog per suggerirvi un libro molto interessante, indicato per coloro che, ogni giorno, si fanno centinaia di domande su quanto gli accade intorno. Prima di tutto non preoccupatevi, succede anche a me! Questo libro, di cui vedete a fianco la copertina, vi introdurrà all'antropologia, che letteralmente significa "studio dell'uomo", ma che, in realtà, studia gli uomini o, meglio, l'interazione tra di essi, dal punto di vista culturale, sociale, economico, religioso, ecc. Il libro è scritto da Marco Aime, torinese, professore di Antropologia culturale all'Università di Genova.

Spesso ci sorprendiamo dei comportamenti di famigliari, amici e colleghi (e, perchè no, di noi stessi). Bene, l'antropologia ci fornisce quei modelli, quelle regole nell'insieme di pratiche che un gruppo umano mette in atto. L'approccio dell'antropologia è, per definizione, "olistico, totalizzante, deve tenere conto dei vari elementi di una società e di una cultura per poterne analizzare anche uno solo".

Marco Aime, a cui chiedo scusa per le mie semplificazioni riportate sopra, ci spiega che, tuttavia, l'approccio antropologico non è più così definito come un tempo: di popoli "sperduti" o indigeni ce ne sempre meno, la globalizzazione ha appiattito le differenze tra Occidente e Sud del mondo, e la natura dell'antropologia non è più così definita. Non ci resta che scoprire questa evoluzione.

Per rifarmi alle parole dell'autore, l'antropologia è una disciplina indisciplinata. E a me piace un sacco essere indisciplinato!

Buona lettura!

martedì 19 marzo 2013

Lettera aperta ai nuovi eletti delle Camere per l’introduzione di un reddito minimo garantito

http://www.banningpoverty.org/wp-content/uploads/2012/09/logo-reddito-minimo-garantito.png
Con l'insediamento delle nuove Camere, BIN Italia rilancia la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'introduzione, anche in Italia, di un reddito minimo garantito (o reddito di cittadinanza)
Dopo aver raccolto oltre 50 mila firme nel corso del 2012, viene presentata una “lettera aperta alle elette e agli eletti” nella quale si chiede di prendere pubblicamente la parola e di sostenere in Parlamento l'introduzione di un sostegno ai soggetti disoccupati, precariamente occupati o in cerca di prima occupazione, sempre più impoveriti e privi di qualsiasi tutela e garanzia adeguata (Fonte: ilcorsaro.info).

Chissà che l'elezione di Laura Boldrini a Presidente della Camera dei Deputati non sia il passo decisivo verso l'introduzione di questo ammortizzatore sociale (presente in tutta Europa tranne che in Grecia ed Italia), che "permetta a tutti di condurre un'esistenza libera e tuteli quel rispetto della dignità umana sancito come principio fondante dell'Unione Europea".

Per maggiori informazioni, visitate il sito www.redditogarantito.it

lunedì 18 marzo 2013

Api, corsi e ricorsi


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a8/Bees_Collecting_Pollen_2004-08-14.jpgIn questo post vi parlavo del mio desiderio di frequentare un corso di apicoltura: bene, ora che una parte di esso è terminata, è giunto il momento di aggiornarvi! Il corso che ho seguito è stato organizzato da Aspromiele a Novi Ligure (AL) e, devo dire, mi ha ampiamente soddisfatto. Ben organizzato dall'Associazione e "condotto" da Andrea Raffinetti, è andato via liscio come l'olio: ho confermato l'interesse verso all'apicoltura e penso che, quando avrò deciso dove vivere la mia vita, mi organizzerò per acquisire anche solo una cassa (anche se dicono che il numero ideale è tre) ed iniziare a dedicarmi alle api.

La partecipazione al corso è stata ampia: alla prima lezione il numero di persone era fin esagerato (più di cento?) mentre in seguito il numero si è assestato vicino a settanta. Numero che, a detta degli organizzatori, è stato sensibilmente maggiore degli anni scorsi. Fatto sicuramente positivo perchè dimostra il desiderio di molti al "ritorno alla terra", ma che porta, certamente, sfide ancor più impegnative a tutto il comparto apistico.

In aula erano rappresentati tutte le fascie d'età e di sessi, con una maggioranza di neofiti; presenti anche un nutrito numero di hobbisti, alla ricerca di quella "teoria" che non hanno mai potuto (o voluto) approfondire o, semplicemente, di un aggiornamento. Ora che si sono concluse le quattro lezioni teoriche, si passa all'azione: sono previste, nelle prossime due settimane, le uscite in apiario. Grandissima occassione per coloro che, come me, non vi hanno mai messo piede!!

Nel corso delle lezioni abbiamo affrontato il problema della moria delle api, giunto al suo apice nel 2007: da quando in Italia il ministero della Salute ha sospeso l’uso dei neonicotinoidi (insetticida utilizzato sulle colture di cotone, girasole, mais e colza, in forma granulare e spray), la moria è considerevolmente diminuita. Tra l'altro proprio in questi giorni in UE si sta decidendo in merito al bando all'uso di nenocortinoidi, ma putroppo nessun provvedimento a favore del divieto è stato preso. Ma al di là dei nenocortinoidi, la battaglia quotidiana che giocano gli apicoltori è quella contro la varroa, l'acaro che indebolisce le api fino a farle ammalare.

Non dimentichiamo che le api e gli altri insetti impollinatori sono fondamentali per l’esistenza dell’84% delle principali colture europee (dati UNEP - Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Fonte: Greenpeace), per cui risulta di vitale importanza tutelare le api in Natura. Per questo motivo vi consiglio, davvero, di frequentarne un corso di apicoltura: è fondamentale capire che si tratta di un'attività complessa, che richiede esperienza e sensibilità verso il territorio (inclusi i "colleghi" apicoltori attorno) oltre che, naturalmente, rispetto verso le stesse api.

martedì 5 marzo 2013

1.000 euro per la miglior tesi di laurea sull’agricoltura biologica

Il dipartimento di Economia, Società, Politica dell’Università di Urbino Carlo Bo, in collaborazione con la Fondazione Girolomoni, istituisce un premio di mille euro per la miglior tesi di laurea sull’ agricoltura biologica.
http://www.greenews.info/wp-content/uploads/2013/03/Raccolta_Manuale_Grano.jpg
L’assegno è riservato a studenti italiani, in possesso di diploma di laurea quadriennale, specialistica o magistrale conseguito presso un’università italiana, che nel loro elaborato (magistrale o specialistico) abbiano affrontato il tema dell’agricoltura biologica, con particolare riferimento all’analisi delle problematiche economiche, sociali e ambientali relative a questo particolare modello produttivo.
Un’iniziativa che mira a promuovere la cultura del biologico partendo dal terreno più fecondo, quello dei giovani che hanno seguito un percorso universitario specifico e hanno scelto di dedicare il loro elaborato finale a questo tema. Per la visione biologica della coltivazione agricola, la terra non è un supporto inerte, ma un organismo vivente che come tale va rispettato. Per questo, ad esempio, il problema della fertilità è affrontato solo con concimazioni organiche e quello delle erbe infestanti con la rotazione delle colture.
Un argomento complesso che ha inevitabili legami con la salute del nostro Pianeta e che rappresenta una sfida importante per gli studenti che si affacciano all’argomento.
Le domande per accedere al concorso vanno redatte su apposito modulo e inviate entro il 6 aprile 2013. Le informazioni sono disponibili sui siti Girolomoni e Uniurb.

Fonte: Greenews

mercoledì 27 febbraio 2013

Reddito di cittadinanza: che sia la volta buona?

Il Reddito di cittadinanza (chiamato anche di sussistenza) è un tema che da parecchio tempo richiama la mia attenzione. Sempre più preoccupante il numero di persone al di sotto della soglia di povertà, come peraltro il fenomeno della polarizzazione dei redditi a livello mondiale. Sono, quindi, felice che il Reddito di cittadinanza trovi oggi maggiori consensi grazie al recente exploit del Movimento 5 Stelle, che ne ha fatto uno dei punti (se non il principale) del suo programma.

Ma cos'è il Reddito di cittadinanza? Chiamato anche di sussistenza, il reddito di cittadinanza è una misura assistenziale di carattere universalistico. Significa che a tutti i cittadini viene garantita una soglia minima di reddito.

E' bene sapere che l'Italia è, assieme alla Grecia, l'unico Paese europeo che non riconosce il reddito di cittadinanza ai propri cittadini. L'Italia utilizza lo strumento della cassa integrazione (sconosciuta agli altri Paesi europei), che però non sembra aver dato i suoi frutti. Alla base vi è un approccio diverso: se negli altri Paesi viene data priorità al cittadino indipendentemente dalla propria condizione lavorativa, in Italia ha invece prevalso la tutela non del cittadino, ma del lavoratore. Il risultato è che solo una fetta ridotta della popolazione può accedere agli ammortizzatori sociali.

Di quanto il Reddito di sussistenza possa ammontare e per quanto tempo, vi sono proposte variegate. Segnalo due proposte: una (clicca qui) di Rita Castellani, economista ed esperta di Economia del Welfare all’Università di Perugia, di trecento euro mensili (più un contributo per i bambini e per l'affitto). La seconda: qualche mese fa in Italia è partita una campagna di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito, volta a garantire un'entrata di 600 euro mensili a coloro che risultano sotto la soglia degli 8000 euro annui. Non si tratta di un reddito incondizionato e inalienabile: può essere infatti revocato sotto alcune condizioni quali l'assunzione a tempo indeterminato, il compimento dei 65 anni di età, il rifiuto di un posto di lavoro. 

Diciamo allora che il dibattivo prosegue: la speranza è che davvero che il Movimento 5 Stelle possa costituire quella forza politica in grado di vincere questa battaglia, magari insieme alla rete internazionale BIEN (Basic Income Earth Network), presente anche in Italia. Se siete interessati e volete approfondire il tema del Reddito di cittadinanza, vi invito a visitare il sito Basic Income Network Italia ed, in particolare, a leggere le Dieci tesi sul reddito di cittadinanza di Andrea Fumagalli, mio ex professore all'Università di Pavia.

Per concludere, ho letto che la Commissione europea ha dato parere favorevole il 14 Gennaio 2013 per l'iniziativa dei cittadini europei per il reddito di base incondizionato (ICE RBI). Se verranno raggiunte un milione di firme (in UE siamo 500 milioni) per sostenere la campagna per un reddito di base, la Commissione europea dovrà studiare la proposta al Parlamento europeo. La finalità di questa proposta è di implementare o dare avvio a studi di fattibilità e possibili percorsi per introdurre il reddito di base incondizionato all'interno dell'Unione Europea.

Vi invito, quindi, a firmare la petizione a questo link!

martedì 26 febbraio 2013

Privacyfix - valido strumento per controllare la privacy su Internet

http://restgedanke.de/wp-content/uploads/2012/10/PrivacyFix.jpgVorrei condividere con voi uno strumento che reputo efficace per controllare la propria privacy su Internet. Spesso (consapevoli o meno del pericolo) ci chiediamo quanto sia sicura la nostra navigazione, i siti che visitiamo, le pagine di Facebook che consultiamo, le applicazioni installate che hanno accesso ai nostri dati e perfino i siti che hanno le nostre informazioni. Dovete sapere che la maggior parte dei siti che visitiamo sono rintracciati da Facebook e Google e che, per esempio, ogni volta che clicchiamo su "Mi piace", FB si avvale di questa preferenza per crearsi dei profili di comportamento, che gli serviranno per vendere spazi pubblicitari alle aziende. 

Privacyfix vi compilerà un report (guardate sotto il mio) diviso in quattro aree (Facebook, Google, Website e Tracking) sulla condivisione dei nostri dati in Rete, consentendovi di riconfigurare le impostazioni della privacy. Come? Rivelando se il vostro profilo FB è indicizzato su Google, se possiamo essere trovati sui motori di ricerca, se i "non amici" possono vedere i nostri post e quali applicazioni condividono le nostre informazioni. Nell'area dedicata a Google, PrivacyFix ci aiuta a bloccare il tracking da parte del motore di ricerca e a rivedere le impostazioni privacy di Google+.

L'applicazione si scarica andando sul sito: meglio utilizzare il browser con cui generalmente accedete a Internet (per es. Firefox o Chrome). Ebbene i risultati del mio report non sono una sorpresa: Facebook traccia l'88% dei siti che visito, Google un po' meno il 55%. Nel mio caso, il mio comportamento di navigazione su FB gli fa guadagnare solo 0,73 dollari l'anno (probabilmente perchè avevo già schermato bene le mie, poche, attività), mentre a Google "regalo" di più, 513 dollari l'anno.

Nell'area Websites ho potuto riconoscere quali dei siti visitati tengono traccia delle mie informazioni personali e quali le condividono con altre aziende. Per fortuna erano solo due: basta un click per spedire un'email a questi siti chiedendogli di cancellare dal loro database la nostra email e i dati correlati.

Infine, la sezione Tracking individua i siti che in quel momento ci stanno seguendo, permettendoci di disattivarne i cookie.

Adesso che conosciamo il "valore" dei nostri dati, vi consiglio di proteggerli il più possibile e di condividere questo strumento con amici e famigliari.

Sotto il mio report: